Laboratorio di lettura analitica e scrittura creativa – iscrizioni aperte

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venerdì 31 Luglio: presentazione de La perfection du plaisir di Gianni Rigamonti

Raccolta di racconti comici, tragici e di mezzo di Gianni Rigamonti. Libro edito da Web & Com editore. Il teorico dei reggiseni, il peggior centravanti del mondo, la ragazza che i baffi non li ha però se ne vergogna, l’uomo che non sopporta di vedersi allo specchio, il cagnolino che veglia per quindici anni il cadavere del padrone, il prostituto omosessuale, il miglior sarto per donna di Roma e molto, molto altro…tutti in queste pagine, che percorrono una tastiera completa dal comico al tragico.

GIANNI RIGAMONTI è nato a Milano nel 1940 e ci ha vissuto fino al 1970, quando si è trasferito in Sicilia. Ha insegnato per molto tempo logica all’università di Palermo. Ha scritto diversi lavori filosofici. Quello cui tiene di più è il Corso di logica (Bollati Boringhieri, 2006). Alla narrativa è arrivato dopo i cinquant’anni. Ha pubblicato due romanzi che ama definire “gialli atipici” con l’editore Di Girolamo di Trapani: La signorina Alda (2006) e Le due verità (2010).

Venerdì 31 luglio, ore 19

al Biblios presenta “La perfection du plaisir”. Dialoga con l’autore Joe Schittino.

da una recensione di Augusto Cavaldi

…Se la filosofia, tra mille altre cose, è anche tentativo di decifrare l’esistenza umana, essa si trova (oggi ancor più di ieri) anche – e talora soprattutto – fuori dai volumi ‘filosofici’. Qualche sprazzo di luce sull’enigma della vita di noi mortali lo gettano, infatti, poeti e registi, psicologi e scienziati. E, naturalmente, narratori. Ancor più se, come nel caso di Gianni Rigamonti, autore de La Perfection du Plaisir e altri racconti lo scrittore è anche un filosofo di professione…

sabato 25 Luglio: Barbarah Guglielmana al Biblios

Sabato al Biblios appuntamento con l’autrice Barbarah Guglielmana. sarà l’occasione per presentare il suo lavoro “Dietro la Tenda”.

Cosi descrive questo lavoro Giuseppina Rando. Affascina e conquista per il tono evocativo-narrativo, per il taglio variamente esistenziale e personale e per quella composta eleganza che conferisce ai versi il segno distintivo di un sentire, di un pensare e uno scrivere misurati e meditati.

Pensare e scrivere scaturiti dalla consapevolezza dell’essere donna, dalla sua presenza nel mondo la quale, scrive Flavio Ermini (in Il moto apparente del sole), «non è un’astrazione che rimanda a un contenuto che trascende, ma una carica concretissima di energia che si brucia e si consuma».

Essere donna, tematica pregnante di questa silloge si sviluppa nella tensione salvifica di uscire dal “sé” e relazionarsi con l’alterità, un “tu” o un “voi”, la stessa società o la natura per configurarsi come un piccolo poema memoriale a metà tra il racconto e la poesia, ricco di dettagli e descrizioni come potrebbe esserlo una prosa: …rimango sul ponteggio della mia esistenza, / Sostenuta da un’impalcatura di vecchia muratura… oppure …Da sotto un oleandro color fiore di pesco usciva una musica / di contrabbasso in prova stridente nella sua stonatura…

Strutturata in tre parti, ciascuna delle quali preceduta da una poesia di Cristina Campo, l’opera prende corpo e andatura specifica portandosi dentro il tipico linguaggio della Guglielmana che muove dalle proprie riflessioni sullo stare al mondo… dentro l’acqua, abbandonata finalmente al mio diretto ascolto / Pesante e galleggiante, insieme…

Linguaggio paradigmatico, ricco di energia, fortemente simbolico come la poesia che dà titolo al libro: Davanti alla tenda/ Mi cambio e mi nascondo / Al di là gli abiti del mio corpo / al di qua le sue spoglie. / La tenda trasparente nelle trame rotte.

L’autrice pertanto restituisce la parola al suo valore metaforico e trasferisce la verità in figure che coincidono con ciò che la parola significa; immagini che sembrano raccogliere il sublime in forme comunicabili, quasi suoni musicali (Sbadigliavo aliti di vita / vestita di veli d’abiti / su un’anima pallida…) o esprime passione ardente nell’evocare momenti della propria infanzia con tono crepuscolare e malinconico come nell’ultima parte della raccolta, dove – nota bene Fabio Prestifilippo nella prefazione – «il linguaggio si decomprime fino a diventare racconto cristallino del ricordo».

Nella sua semplicità lessicale l’opera porta dunque i segni delle diverse gradazioni di quella realtà “femminile “ di cui l’autrice ha esperienza e conoscenza, e non solo, Barbarah dimostra soprattutto capacità di interiorizzare e comprendere il valore dell’esistenza nelle sue cangianti sfaccettature.

Davanti alla tenda diventa lo specchio di un’esistenza intrisa di spiritualità, di una spiritualità non consolatoria e disincantata, ma fortemente agganciata al proprio vissuto, alla memoria dei luoghi dell’infanzia ed ai suoi indelebili ricordi.

Ricordi che, in modo significativo, l’autrice manifesta soprattutto in dimensione domestica con la rievocazione, ad esempio, in chiusura, della figura dell’“adorata nonna Irma”. …Aveva quella radio accesa la mattina con il gazzettino padano / e il profumo di caffé, che anche se non lo bevevo passava sotto le porte / e mi raggiungeva ancora a letto richiamandomi / in cucina, dove mi aspettavano i bocconcini di pane con il burro / e la marmellata di fragole /così come i micini avevano il loro piattino con il latte caldo / E tutto andava piano / con il gusto della poesia / che ancora non conoscevo…

Una memoria epifanica dunque quella della Guglielmana che vede nell’essere donna la custode dei valori primari dell’esistenza umana (la famiglia e l’amore) e alla reificazione dell’umano ella oppone la purezza del ricordo e la semplicità di una vita radicata nel mistero antico della terra e di chi la abita.

 

Giuseppina Rando

giovedì 30 Luglio: l’arte del corsetto. Esposizione e aperitivo

Giovedì 30 luglio esposizione della stilista e costumista Rosaria Isabella Cavallaro. Di nazionalità italo-cilena, cresciuta in una famiglia di artisti, Rosaria è da sempre sensibile al mondo dell’Arte alla storia del costume ed attenta alle nuove tendenze della Moda. A Biblios Cafè avremo il piacere di avere i suoi corsetti, pezzi unici di sartoria femminile.

venerdì 30 Luglio  l’accoglieremo l’artista con un aperitivo, e potrete vedere ad acquistare le sue creazioni.

appuntamento alle 19.

 

Di nazionalità italo-cilena e cresciuta in una famiglia di artisti Rosaria è da sempre sensibile al mondo dell’Arte alla storia del costume ed attenta alle nuove tendenze della Moda.

Si è diplomata all’Accademia Internazionale dell’Alta Moda e del Costume KOEFIA di Roma nel 1991 e nelle sue creazioni confluiscono gli studi la passione per l’arte del costume e diverse suggestioni provenienti dalla cultura ispano-siciliana che le appartiene e la contraddistingue.

Colori e disegni tipici delle lane cilene tessute a telaio della materia della natura tutto questo si ritrova nei suoi lavori che può realizzare secondo stili differenti dove tutto può essere fonte d’ispirazione ogni elemento può diventare un richiamo e trasformarsi in idea quindi in bozzetto e progetto convinta che “la storia sia un’affascinante testimonianza dove riflettere se stessa e tutti noi”.

Rosaria progetta e realizza una selezionata gamma di abiti per donna che si riassumono quasi esclusivamente con Robe-manteau tubini o scamiciati predilige tessuti naturali di seta e cotone come i Taffettas gli Shantung il Lino grezzo Piqué tessuti operati il Broccato dove si interviene con applicazioni di pietre simil-quarzo fili di lana corde nappa Rafia Iuta… si dedica poi con grande affiatamento alla realizzazione di Corsetti Goffrati.

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venerdì 17 Luglio. “Sicilia in Giallo”. Michela Gecele al Biblios

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venerdì 3 Luglio, doppia presentazione: Angelo Orlando Meloni e Stefano Amato al Biblios

Biblios Cafè continua con la scoperta dei talenti locali. Venerdì 3 Luglio saranno dei nostri Stefano Amato con “Bastaddi”, edito da Marcos y Marcos. e Angelo Orlando Meloni, con “La fiera verrà distrutta all’alba”. Due autori siracusani, che ci presenteranno i loro nuovo testi e che accogliamo molto volentieri al Biblios Cafè. Appuntamento alle 19.

autori

 Bastaddi, di Stefano Amato

Avete presente Bastardi senza gloria, di quel genio di Tarantino?
Otto uomini feroci e selvatici, caricati a odio puro, minano alle fondamenta il dominio nazista.
In questo romanzo invece siamo in Sicilia, ed è la mafia l’oppressore.
Il tenente Ranieri, al comando dei suoi otto Bastaddi assetati di giustizia, colleziona scalpi di Cosa nostra.
Il Capo dei capi è sempre più nervoso.
Il Maxiprocesso con tutte quelle condanne è semplicemente intollerabile, e questi Bastaddi assatanati una spina nel fianco. Di questo passo, dove andremo a finire? Occorre proprio un gesto simbolico, una celebrazione della mafia, con i suoi picciotti, il suo onore, i suoi film.
Una bella serata mafiosa in un cinema di Siracusa sarà il giusto segnale per tutti.
La cupola di Cosa nostra concentrata in un cinema?
Che occasione meravigliosa, per i Bastaddi.
E se il cinema per giunta appartiene a Carla, che ha perso tutta la famiglia in una strage mafiosa… si scatenerà una gara esplosiva a chi stermina i mafiosi per primo nella sala buia.
Perché al cinema, o nei romanzi, i buoni in qualche modo ce la fanno, i cattivi muoiono quando devono morire.
E Falcone e Borsellino brinderanno in pace a una Sicilia finalmente libera, sorrideranno ancora.

Una cover letteraria di grandi passioni, umane e civili.

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La fiera verrà distrutta all’alba di Angelo Orlando Meloni

Sotto un estratto.

La storia fa sorridere e riflettere allo stesso tempo, in quanto descrive perfettamente la situazione attuale degli aspiranti scrittori e anche del giornalismo moderno. La descrizione ovviamente è molto ironica, ma così ironica che sfiora l’assurda realtà in cui viviamo oggi.

Immaginiamo che il mondo sia un grosso imbuto all’interno del quale si trovano diverse persone che hanno imparato a leggere e a scrivere, e che tra queste persone ci sia qualcuna che prima di morire abbia scritto un libro, una raccolta di racconti, un saggio o delle poesie. Una percentuale di questi testi non verrà mai letta da nessuno e scivolerà giù per questo imbuto, andando a cadere e accumularsi in un magazzino o in una biblioteca. Che assomiglia molto a quella pensata da Franceschini, ma non apriamo questo capitolo, anzi stendiamo un velo pietoso. Tra queste opere c’è un romanzo, Sono felice, di Enzo Losanga, un ragazzo di Pachino che si è laureato in scienze politiche ma fa il cameriere in una pizzeria. Un giorno ad Enzo è arrivata una telefonata dall’editore Mille e Più di Torino, che gli ha detto che il suo libro verrà pubblicato. Enzo si licenzia dalla pizzeria e va a Torino, dove incontra altri stranissimi personaggi, tutti aspiranti scrittori o giornalisti che scrivono per giornali che per farsi leggere, addirittura, pagano i loro lettori, come Benni Carbonero. I sogni di queste persone andranno in fumo, perché la casa editrice esplode, e indovinate quale sarà l’unico romanzo che si salverà? Sono felice.

 

venerdì 19 Giugno: Presentazione “Fuoco Nero” di Antonio Monforte + concerto

“Oggi lo chiamano nu-folk e, da quando è mainstream, sembra un po’ di plastica. Antonio Monforte, invece, questo “stile” ce l’ha nella carne. In Fuoco Nero echeggiano gli anni Settanta, quelle immersioni musicali allucinogene che arrochivano la voce di Tom Waits” (Ottavio Cappellani). 

Antonio Monforte è un cantautore impegnato in progetti musicali in dialetto siciliano che vedono, tra i pezzi più apprezzati, canzoni come Sugnu Pazzu, colonna sonora del cortometraggio Desiderio in amore (Vincitore del Premio “Peppone D’oro” al festival di Brescello 2005) e finalista al premio Massimo Troisi.

Nell’estate del 2008 vince il Premio “Rosa Balistreri”, terza rassegna organizzata dall’assessorato alla cultura del Comune di San Giovanni La Punta. Nel 2009 partercipa al Festival della Nuova Canzone Siciliana, condotto da Salvo La Rosa, e nel 2010 vince il Linguarock Festival e il Telethon Music Festival. Nel 2010 partecipa, per il secondo anno consecutivo, al Festival della Nuova Canzone Siciliana con Vota Babbacallo. Nel 2013 riceve il Premio “Ara di Giove”. Dopo Semu siciliani e un anno trascorso tra sala di registrazione e studio di missaggio, Antonio Monforte torna oggi sulle scene con Fuoco nero.

Ore 19, al Biblios.

happyhour del Biblios

Dopo una giornata di lavoro, incontri, discussioni, alla sera bisogna fermarsi. V’invitiamo a farlo in Ortigia, tra i suoi vicoli, e la sua storia. Al Biblios cafè, ogni sera dalle 19 alle 21 con l’#happyhour: vini siciliani, birre artigianali, #Spritz più tante buone cose da smangiucchiare. Un bell’aperitivo rinforzato, è  Il miglior modo di concludere la giornata, e iniziare la sera. Vi aspettiamo. 

aperitivo in ortigia

Domenica 7 Giugno: pomeriggi culturali

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sabato 30 Maggio: Biblios incontra la cantina Fausta Mansio

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